Il fratello di Marco lotta contro una rara forma della malattia, la famiglia avvia una raccolta fondi per terapie sperimentali negli Stati Uniti
Una diagnosi improvvisa capace di stravolgere la vita in un istante. Matteo Materazzi, stimato procuratore calcistico e fratello del campione del mondo Marco, sta combattendo la sua partita più difficile contro una rara mutazione di SLA, diagnosticata nel settembre 2024. Una sfida che il 54enne affronta con la stessa determinazione che ha sempre mostrato nel mondo dello sport, ma che richiede risorse economiche straordinarie per accedere a terapie all’avanguardia che potrebbero fare la differenza.
L’appello della moglie Maura e la rapida evoluzione della malattia
La situazione si fa sempre più complessa con il passare dei giorni. Attraverso la piattaforma GoFundMe, la moglie Maura ha lanciato un accorato appello per raccogliere i fondi necessari a sostenere le costose cure a cui Matteo dovrà sottoporsi. “Matteo è papà di due ragazzi di 16 e 19 anni,” scrive la donna, sottolineando la velocità con cui la malattia si sta manifestando: “Ha già perso l’uso delle gambe e delle braccia, riesce a muovere solo le mani e ora la patologia sta iniziando a coinvolgere anche la respirazione”.
Nonostante il quadro clinico preoccupante, la famiglia Materazzi non intende arrendersi. L’obiettivo è accedere a una terapia ASO personalizzata, un approccio innovativo che punta a correggere le istruzioni genetiche difettose causate dalla specifica mutazione che ha colpito Matteo.
La corsa contro il tempo e l’aiuto della Columbia University
Per realizzare questa speranza, la famiglia ha contattato la prestigiosa Columbia University e in particolare il Dottor Shneider, esperto in questo tipo di trattamenti sperimentali. “Servirebbero 1,5 milioni di dollari,” spiega Maura nella sua campagna di raccolta fondi, “non solo per salvare Matteo, ma potenzialmente anche altre persone che potrebbero avere la stessa mutazione genetica”.
Una somma considerevole che ha mobilitato immediatamente il mondo dello sport italiano. In poche ore dal lancio della campagna, avvenuto giovedì 31 luglio, sono stati raccolti oltre 24.000 euro, segno della stima di cui gode Materazzi negli ambienti sportivi nazionali.
Una famiglia con il calcio nel DNA
Il legame di Matteo con il mondo del pallone è profondo e radicato nella storia del calcio italiano. Suo nonno era Tommaso Maestrelli, l’allenatore che condusse la Lazio al suo primo storico scudetto nella stagione 1973-1974, scrivendo una pagina indelebile nella storia del club biancoceleste.
Ancora più noto è il fratello Marco, difensore protagonista del Mondiale 2006 vinto dall’Italia in Germania, entrato nella storia anche per il celebre episodio della testata ricevuta da Zinedine Zidane nella finale contro la Francia.
Come ricorda un curioso articolo sui successi virtuali nel mondo dei videogames le storie di rivalsa e determinazione nel calcio possono assumere forme inaspettate, proprio come quella che sta vivendo la famiglia Materazzi in questi giorni difficili.
Un messaggio di forza nascosto sui social
Pur non avendo mai fatto menzione esplicita della sua malattia sui social media, analizzando il profilo Instagram di Matteo emerge un indizio significativo. Lo scorso 5 settembre, infatti, aveva pubblicato un post accompagnato da tre frasi che oggi assumono un valore profetico e rivelatore:
“Meglio il pianto di una sconfitta che la vergogna di non aver lottato.”
“Tante volte uno deve lottare così duramente per la vita che non ha tempo di viverla.”
“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.”
Parole che raccontano la filosofia di vita di un uomo che, pur conoscendo la gravità della sua condizione, ha scelto di affrontarla con coraggio e determinazione, caratteristiche che chi lo conosce gli riconosce da sempre, insieme a una contagiosa solarità che non l’ha mai abbandonato.
La solidarietà come speranza concreta
La risposta immediata alla raccolta fondi rappresenta non solo un aiuto economico fondamentale, ma anche un abbraccio collettivo che potrebbe fare la differenza nella battaglia di Matteo. “Ogni contributo, anche piccolo, è prezioso,” ricorda la moglie nel suo appello, evidenziando come la solidarietà possa trasformarsi in una concreta possibilità di cura.
Gli appassionati di sport e chiunque voglia contribuire alla causa possono trovare maggiori informazioni e aggiornamenti su questo sito dove vengono riportate tutte le iniziative di sostegno alla famiglia Materazzi.
La strada verso la terapia sperimentale è ancora lunga e irta di ostacoli, ma la determinazione di Matteo unita al supporto di famiglia, amici e del mondo dello sport potrebbe trasformare quella che appare come una drammatica diagnosi in una storia di speranza e resilienza.