Sequestro dei beni per il noto imprenditore palermitano Enrico Splendore in una operazione fatta dai militari della Guardia di Finanza. “Vicino a esponenti di spicco del mandamento mafioso di Brancaccio” sono parole del colonnello della Guardia di Finanza Persano. Le investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle sono riuscite a ricostruire il profilo criminale dell’imprenditore.
Una buona percezione, quella di Enrico Splendore, che venne messa a disposizione dei cittadini dediti al gioco d’azzardo ma a disposizione anche dei boss. L’imprenditore Enrico Splendore è stato il precursore del gioco scommesse su betrally a Palermo, già negli anni novanta quando non esistevano ancora le scommesse online. L’imprenditore palermitano Splendore allora si occupava delle scommesse clandestine, il cosiddetto totonero. Al momento in cui ci sono state le concessioni dei Monopoli di Stato per la liberalizzazione del gioco delle scommesse in rete, Splendore decise di mettersi in regola e di investire diventando così il cardine del settore del gioco d’azzardo a Palermo. Parallelamente alla via legale, il noto imprenditore operava anche attraverso siti online non autorizzati dai Monopoli. Con questi siti paralleli quindi sfuggiva al controllo dell’Agenzia Nazionale. Un punto di riferimento non solo per l’economia ma anche per la mafia locale. I militari della Guardia di Finanza hanno sequestrato all’imprenditore Splendore un patrimonio, tra beni mobili e immobili, contanti e disponibilità finanziarie, di ben sette milioni di euro. Nel 2009 è partita una lunga indagine che ha portato alla condanna di Enrico Splendore per esercizio abusivo del gioco d’azzardo, poiché realizzava puntate con un sistema telematico parallelo a Palermo e provincia e su tutto il territorio nazionale. Questo ciò che il colonnello della Guardia di Finanza Danilo Persano del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo ha riferito ad Agimeg.
Sequestro da sette milioni, compreso il Bar Splendore, allo ”imprenditore vicino ai boss”
A sette milioni di euro ammonta la cifra del maxi sequestro di beni disposto dagli inquirenti nei confronti del palermitano Enrico Splendore, ”l’imprenditore vicino ai boss”, ed eseguito dai militari della Guardia di Finanza. Sotto sequestro beni mobili e immobili, aziende, disponibilità finanziarie, contanti. Fra le aziende sequestrate anche il Bar Splendore a Palermo, attività commerciale nel cuore del quartiere Settecannoli, quartiere controllato dalla cosca mafiosa di Corso dei Mille. Gli accertamenti fatti dagli inquirenti hanno permesso di far emergere come Splendore avesse stretto regolari vincoli con alcune delle persone che si sono date il cambio nel tempo ai vertici delle cosche mafiose di Brancaccio, corso dei Mille e Villabate. In queste zone l’imprenditore aveva concentrato i suoi interessi, includendo anche quelli legali. Tra questi il Bar Splendore, attività commerciale nel cuore di un quartiere, Settecannoli, controllato, come si è detto, dalla cosca mafiosa di corso dei Mille. Le indagini hanno altresì evidenziato la stretta vicinanza di Splendore con alcuni degli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Brancaccio, come Pietro Tagliavia. La stretta vicinanza trova conferma anche nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, come Andrea Bonaccorso o come Stefano Lo Verso. I vari collaboratori di giustizia hanno descritto l’aiuto che veniva fornito all’imprenditore, dagli esponenti del mandamento mafioso, nell’esercizio delle sue attività.
Il colonnello della Guardia di Finanza Danilo Persano ha reso noto che Splendore è stato condannato per esercizio abusivo del gioco d’azzardo e per associazione per delinquere, per essersi associato con altre persone e aver realizzato abusivamente giocate attraverso un sistema telematico parallelo a quello legale a Palermo e provincia e sul territorio nazionale dal 2007 al 2010. C’è stato un periodo poi, svelato dalle indagini, in cui operava attraverso i cosiddetti ‘.com’, siti attraverso i quali si poteva giocare online ma, non essendo autorizzati dai Monopoli di Stato sfuggivano al controllo dell’Agenzia Nazionale.
Quindi spesso accade che dietro un’attività apparentemente legale, si nasconda in realtà la mafia. Le indagini in questo senso richiedono parecchio tempo e dedizione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura: ci sono molti collegamenti da fare, e le prove non sono così semplici da trovare. Ma per fortuna queste organizzazioni criminose, sempre più spesso vengono sgominate e assicurate alla giustizia, permettendo così ai cittadini di poter continuare a giocare in tutta legalità e tranquillità. Guardate sempre se il locale ha i permessi in ordine, per non trovarvi in situazioni spiacevoli.