Dall’allenatore al presidente, passando per i giocatori: il club catalano attribuisce l’eliminazione dalla Champions agli errori arbitrali e non ai propri limiti
La delusione si trasforma in polemica. All’indomani dell’eliminazione dalla Champions League per mano dell’Inter, il Barcellona ha scelto la via della contestazione arbitrale piuttosto che l’analisi critica della propria prestazione. Da Hansi Flick fino al presidente Joan Laporta, passando per diversi giocatori, il club blaugrana ha orchestrato una campagna coordinata contro l’arbitro polacco Szymon Marciniak, indicato come il principale responsabile della mancata qualificazione alla finale di Monaco.
La strategia comunicativa del club
Il primo a sollevare dubbi sull’arbitraggio è stato proprio il tecnico tedesco Hansi Flick nella conferenza post-partita, seguito a stretto giro da una serie di dichiarazioni di calciatori come Pedri, Eric García e Iñigo Martínez, tutti allineati nel sottolineare presunte decisioni sfavorevoli. Una narrazione che appare studiata per deviare l’attenzione dalle lacune difensive mostrate dalla squadra nei momenti cruciali della partita.
Si tratta di una strategia comunicativa che mira a preservare l’immagine del club e a mantenere alta la fiducia dei tifosi, nonostante l’eliminazione in una semifinale che sembrava alla portata dopo il vantaggio di 2-0 maturato nel primo tempo.
Il messaggio presidenziale
A suggellare questa linea difensiva è intervenuto in prima persona il presidente Joan Laporta attraverso un video ufficiale pubblicato sui canali del club. Nel suo intervento, il massimo dirigente blaugrana ha chiaramente puntato il dito contro la direzione arbitrale, affermando che l’eliminazione è stata causata principalmente dagli errori dell’arbitro che hanno pregiudicato la squadra catalana.
Laporta ha poi cercato di motivare l’ambiente in vista dei prossimi impegni: “Questo momento difficile ci renderà più forti”, ha dichiarato, spostando l’attenzione sulla Liga e sull’imminente Clásico contro il Real Madrid. “Abbiamo una squadra costruita per il presente e per il futuro. Sono convinto che continuando a lavorare così realizzeremo i nostri sogni, e nella prossima stagione torneremo in Champions per vincerla”, ha aggiunto, lanciando un appello ai sostenitori affinché sostengano la squadra nella decisiva partita di domenica contro i rivali storici.
Il post provocatorio di Gavi
Particolarmente acceso è stato il messaggio condiviso sui social network dal giovane centrocampista Gavi. Il talento spagnolo ha utilizzato toni decisamente più diretti e provocatori: “Non volevano che arrivassimo in finale”, ha scritto, aggiungendo che i successi stagionali del Barcellona avrebbero spaventato gli avversari.
Il giocatore ha poi tentato di infondere fiducia, sottolineando come, nonostante la delusione, sia convinto che il trofeo arriverà se la squadra rimarrà unita come ha fatto finora. “So che è durissimo e vorrei vincerla ogni anno, ma sono sicuro che ci riusciremo restando compatti”, ha concluso, evidenziando la sua convinzione nelle potenzialità future della squadra.
Una strategia di distrazione?
Ciò che colpisce nell’analisi di queste dichiarazioni è l’assoluta mancanza di autocritica. Nessun riferimento alle difficoltà mostrate dalla squadra nel mantenere il vantaggio, alle fragilità difensive emerse nei momenti decisivi o alla capacità dell’Inter di ribaltare una situazione che sembrava compromessa.
Gli appassionati di calcio e gli analisti sportivi su https://www.legiano.it.com/ hanno evidenziato come questa narrazione difensiva possa rappresentare un’arma a doppio taglio, potenzialmente dannosa per la crescita della squadra se impedisce una valutazione obiettiva dei propri limiti.
Mentre il Barcellona si concentra sulle polemiche arbitrali, altri club italiani continuano il loro percorso in campionato, come dimostrato nell’ultimo derby milanese, dove Milan e Inter hanno pareggiato 1-1 grazie ai gol di Reijnders e al pareggio finale di De Vrij, in una sfida che ha confermato la solidità delle squadre italiane anche nelle competizioni nazionali.
La capacità di rialzarsi dopo le sconfitte, accettando le proprie responsabilità, rappresenta spesso un valore aggiunto per le grandi squadre. Il Barcellona, con la sua gloriosa storia, potrebbe presto scoprire che puntare il dito contro gli arbitri non è la strada migliore per tornare ai vertici del calcio europeo.