Dietro al mondo delle scommesse spesso spuntano traffici illeciti gestiti da persone senza scrupoli che operano convinti di poter proseguire la loro attività indisturbati. Tuttavia, i controlli certosini e le indagini senza sosta condotte dalla guardia di finanza permettono di scovare reti di traffici illeciti molto complesse. I recenti sequestri avvenuti nel mondo delle scommesse a Palermo hanno fatto scalpore per l’entità degli introiti che gestivano i capi dell’organizzazione.
Operazione Game Over
Attorno alla fine di gennaio del nuovo anno la guardia di finanza ha sequestrato beni per sei milioni di euro a due imprenditori palermitani che operavano nel settore delle scommesse e non solo. Sono stati sequestrati società, auto e ville per un totale complessivo di 6 milioni di euro. Il sequestro è stato eseguito dalla polizia su decreto emesso dal Tribunale di Palermo, della sezione Misure di prevenzione. Gli agenti di polizia hanno messo i sigilli sui beni del re delle scommesse, B. B., 47 anni, originario di Palermo ma residente da anni a Partinico, e F. N., 50 anni, di Partinico, entrambi coinvolti nel traffico illecito delle scommesse.
L’operazione in realtà ha inizio a febbraio dello scorso anno, quando sono stati scoperti i traffici illeciti di Bacchi e della sua organizzazione: l’operazione era stata denominata “Game Over “e ha portato, oltre all’arresto di 31 persone, tra cui anche N.e B., al sequestro dei centri scommesse e al blocco della piattaforma gestita da B.da parte della Malta Gaming Authority.
Sviluppo delle indagini
Le indagini sono proseguite anche dopo gli arresti di coloro che sono stati implicati nell’affare e hanno portato alla conclusione che B. era a capo di un’organizzazione criminale che era in grado di rendere un milione di euro al mese. Dalle indagini è emerso che insieme a B. anche N.faceva parte di Cosa Nostra ed è stata attestata la collaborazione tra l’attività mafiosa e la gestione e delle sale da gioco sul territorio del capoluogo siciliano e dintorni. L’attività riguardava anche la raccolta di scommesse che permette ogni giorno di far affluire ingenti somme di denaro e che erano quindi fondamentali per finanziare la mafia.
I soldi che entravano dai centri scommesse abusivi sparsi ormai ovunque vista la rapida ascesa di B. finivano a Malta per poi rientrare in Italia tramite una società immobiliare. Il denaro poi veniva investito per comprare terreni, per costruire supermercati, palazzi o acquistare ville di lusso. Facevano parte della lunga lista degli anche un impiegato di banca e un commercialista, persone esperte che sapevano come far circolare i soldi da Malta verso il nostro paese. Della lista degli indagati faceva parte anche un architetto, poi prosciolto.
Ruolo di Bacchi e Nania nel traffico illecito
Il ruolo di B. in tutta la vicenda di scommesse a Palermo era quello dell’imprenditore che era sceso a patti con la mafia per ampliare il suo giro di scommesse e dava in cambio denaro proveniente dalla sua attività illegale. In breve tempo B. era riuscito a creare una rete di agenzie di scommesse abusive, soprattutto facenti riferimento al marchio “B2875”. Dalle indagini è emerso che i guadagni dei traffici illeciti andavano alle famiglie di Cosa Nostra, che facevano a gara per mettersi in affari con B. ed entrare nel giro delle scommesse sportive on line. I guadagni alle famiglie venivano suddivisi a seconda dei proventi sviluppati nei centri scommesse.
A distanza di un anno sono stati sequestrati i beni sia di B. che di N. Al re delle scommesse, quindi a B., sono stati applicati i provvedimenti emanati dal questore R. C. e sono stati sequestrati diverse proprietà ubicate a Borgetto, Partinico e Palermo. Nel sequestro figurano anche diverse società finanziarie, veicoli e altre società operanti in giochi e scommesse con sede a Malta.
Per quanto riguarda invece il socio in affari Francesco N. è stato disposto il sequestro di una società con sede a Ottaviano, in provincia di Napoli, che si occupava di esportazione di cibi. Un ruolo essenziale è stato svolto proprio da N., posto già sotto sorveglianza speciale e condannato per la sua partecipazione all´attività mafiosa. Francesco aveva finito di espiare la sua condanna nel 2013, quando era stata emessa la sentenza definitiva.
Le indagini hanno permesso di appurare che è stato N. il collegamento con Cosa Nostra, che oltre ad avere parte integrante nell’attività illecita delle scommesse aveva intrapreso l’attività di esportazione di alimentari verso l’America. Intestatario formale dell’attività era un commercialista campano che aveva il ruolo di prestanome.
Il sequestro e le condanne
Delle persone coinvolte nell’operazione di traffico illegale delle scommesse a Palermo sei hanno scelto di patteggiare mentre venti hanno scelto il rito abbreviato. Per quanto riguarda Benedetto e Francesco sono risultati, come già detto, in affari con Cosa Nostra, e nei loro confronti è stato eseguito il sequestro delle proprietà e di altre attività a loro carico.