Scopriamo insieme se il vino naturale è davvero senza solfiti aggiunti e cosa significa
Prima di affrontare l’argomento principale dell’articolo è bene specificare cosa si intende per vino naturale
Vino Naturale
Come spiega Apewineboxes.com, il più importante shop online in Italia per questa tipologia, Il vino naturale è ottenuto senza sofisticazione alcuna del processo produttivo che comprende vigna, vendemmia e cantina, non è ufficialmente riconosciuto e non può vantare certificazioni, anche se qualcosa si sta muovendo in questa direzione.
Attenzione, questi vini in realtà richiedono una pur esigua manipolazione umana ( dalla raccolta alla vinificazione), definire un processo di produzione del vino come naturale è probabilmente improprio, almeno allo stato attuale delle cose.
Noi di Apewineboxes Preferiamo definirli rispettosi, genuini, veri, sostenibili e scarsamente manipolati. Senza chimica né lieviti da laboratorio.
Ok, forse vini naturali suona meglio.
Vino naturale in vigna
In vigna è ammesso solamente l’utilizzo del solfato di rame, in bassissime quantità, come antiparassitario e fungicida. Devono essere sensibilmente al di sotto dei 4kg/ha, dai nostri produttori chiediamo molto meno della metà.
Negli ultimi anni si stanno sperimentando trattamenti alternativi, anche fantasiosi ma non privi di logica o efficacia, come l’utilizzo di batteri lattici, spremute di arancia o tannino del legno.
Le viti possono ricevere acqua solo quando piove, al fine di non svilire il corredo aromatico del vino nè diluirne il corpo, con alcune eccezioni correlate ad esigenze climatiche.
La raccolta avviene sempre manualmente, per non maltrattare gli acini, la vinificazione è sempre pulita, senza aggiungere solfiti e senza usare lieviti selezionati.
Nella buccia di un uva trattata bene in vigna troviamo tutti gli agenti deputati alla vinificazione di cui abbiamo bisogno, dai lieviti agli antiossidanti.
In cantina
La fermentazione avviene in maniera spontanea grazie all’azione dei lieviti autoctoni, micro organismi che mangiando gli zuccheri creano anidride carbonica ed alcool; possono trovarsi ovunque, sui muri, nelle vasche, nelle botti e persino nelle tubature delle cantine.
Normalmente il vino naturale non viene filtrato nè chiarificato, e non viene mai aggiunta anidride solforosa come antiossidante ed antisettico prima dell’imbottigliamento.
Qui la solforosa totale è quasi sempre sotto i 50 mg/litro, in molti casi ben al di sotto dei 20 mg/litro, mentre ricordiamo che per essere certicati biologici è sufficiente mantenersi sui 150 mg/l per i bianchi e 100 mg/l per i rossi. Una differenza abissale
Anidride solforosa
È un gas tossico responsabile dell’odore dei fiammiferi bruciati. Viene rilasciato naturalmente dall’attività vulcanica ed è prodotto come sottoprodotto dell’estrazione del rame e della combustione di combustibili fossili contenenti zolfo.
Viene utilizzata in enologia per via della sua funzione antisettica ed antiossidante, ma in realtà ha effetti davvero nocivi per l’uomo.
E’ infatti molto irritante per gli occhi, per le mucose e soprattutto dannosa per le vie respiratorie, infatti anche una minima esposizione può comportare asma, faringiti, edema polmonari e tosse.
Senza solfiti aggiunti
Sfatiamo per prima cosa una leggenda, non esiste il vino senza solfiti: contiene e conterrà sempre solfiti ed anidride solforosa, perchè i lieviti presenti su una buccia sana e non trattata innescano una fermentazione spontanea che da luogo alla produzione di anidride solforosa.
Ciò che a noi consumatori deve interessare è che non vengano aggiunti stabilizzanti come i solfiti dopo la fermentazione malolattica o prima dell’imbottigliamento, o che questo accada in misura davvero esigua.
Le nostre conclusioni portano ad affermare che un vino senza solfiti è impossibile mentre è il vino senza solfiti aggiunti esiste, è meno dannoso (parliamo pur sempre di vino, una sostanza alcolica) ed è assolutamente da prediligere rispetto ad un vino convenzionale che meriterebbe la qualifica di surrogato di vino.